lunedì 5 dicembre 2011

Addio a Socrates

Campionato brasiliano, il Corinthians vince il suo quinto scudetto. Ma la festa è rovinata dalla luttuosa notizia della morte di uno dei suoi più grandi idoli di sempre: Socrates. Fu in questa squadra infatti che il campione brasiliano militò negli anni ottanta e si guadagnò il soprannome di "il Doutor".
Socrates era più di un giocatore. Giocate sublimi e stile elegante, con quei suoi colpi col tacco "che Dio ha prestato al calcio" che fecero innamorare i tifosi brasiliani e non solo. Socrates giocò una stagione anche in Italia alla Fiorentina dove lasciò naturalmente il segno e si legò per sempre all'affetto dei sostenitori viola. Il soprannome se lo era guadagnato non sul campo ma sui banchi perché aveva una vera laurea in medicina che sfoggiava orgogliosamente.
Era capitano della Selecao e idolo dell'intero Brasile che domenica si è stretto in cordoglio con numerose e importanti manifestazioni. Un minuto di silenzio su tutti i campi e grande commozione, l'ex presidente Lula, è stato tra i primi a salutare Socrates, del quale era amico, poi anche il capo dello stato Dilma Rousseff ha espresso il suo cordoglio tramite una nota sul sito web della presidenza della Repubblica. Poi anche tanti giocatori, su tutti Zico - suo compagno nella Selecao dei mondiali 1982 e 1986 - secondo il quale "Socrates era geniale, con un'intelligenza fuori dal comune".
Socrates non fu idolo solo in campo ma anche in politica visto che negli anni '80 cominciò a parlare di democrazia, proprio mentre il paese emergeva da anni di dittatura militare.
Nello spogliatoio inventò il suo modo per combattere la dittatura : la «democrazia corinthiana», ovvero la cancellazione della gerarchia allenatore-giocatori, formazione e tattica stabilite democraticamente.

Giocò nel Corinthians, poi nel 1986 approdò alla Fiorentina donve segnò 6 gol in una stagione che gli stava stretta per tattica e ideali. Tornò in Brasile: Flamengo, Santos e infine Botafogo, fino all'ultimo lampo a Mexico86. Dal 1988 rimase con i suoi vizi che gli sono stati fatali e con la sua cultura che ha adoperato per intrattenere i lettori di Carta Capital.

Fumo e alcool, l'immagine di Socrates è legata indelebilmente anche a questi due veleni che lo hanno logorato e portato allo sfinimento. Dallo scorso agosto, due volte ricoverato d'urgenza per emorragia interna e poi, una volta fuori, sigaretta tra le labbra e bicchiere tra le dita.

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...